di Cristina Carpinelli, Comitato Scientifico CESPI
“Le violazioni sistematiche di alcuni Stati membri (nel caso qui considerato, Polonia e Ungheria) ai trattati UE impongono una riflessione seria sullo stato dell’Unione. Nel saggio qui proposto sono dibattuti alcuni punti di criticità che pongono le democrazie illiberali di Polonia e Ungheria “al di fuori” non solo
dell’UE ma anche del Consiglio d’Europa, non essendo rispettati neppure i principi contenuti nella Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali (CEDU). In particolare, la sentenza del 7 ottobre 2021 del Tribunale costituzionale polacco, che sancisce la primazia del diritto nazionale su quello comunitario, segna un precedente inedito e alquanto “pericoloso” nella storia della comunità europea, che non va sottovalutato e che impone, tra l’altro, una seria discussione su come perseguire l’integrazione politica europea e su quale idea d’Europa ispirarsi per edificare un’Unione
solida, capace di rappresentare sé stessa anche come soggetto geopolitico sullo scacchiere globale multipolare”
