
di Giorgio Trucchi, Agenzia Pressenza (Articolo pubblicato su Pressenza.com)
Quando domenica scorsa l’autorità elettorale ha annunciato i primi risultati preliminari e la candidata della coalizione d’opposizione, Xiomara Castro, era in vantaggio di quasi venti punti rispetto al candidato del partito di governo, Nasry ‘Tito’ Asfura, l’Honduras è esploso.
Questa volta non si trattava di proiettili assassini, né raffiche di mitra, bombe, idranti anti sommossa o auto coi vetri oscurati per sequestrare attivisti. Questa volta erano persone che gridavano ed esplodevano di felicità, che tiravano fuori tutto quello che avevano represso per 12 lunghissimi anni. Gioia pura.
Il messaggio era arrivato forte e chiaro ed era irreversibile: niente più corrotti, niente più saccheggi, niente più criminali, niente più violatori di diritti, niente più menzogne.
Natalie Roque Sandoval è una storica. Al momento del colpo di stato nel giugno 2009 ricopriva la carica di direttrice della Biblioteca nazionale. Meno di un mese dopo venne licenziata dagli usurpatori.
Si descrive come “honduregna in resistenza, femminista e attivista sociale”. L’anno scorso ha accettato la sfida di accompagnare Xiomara Castro come vicepresidente (designada presidencial).
Tuttavia, a seguito dell’alleanza politica stretta in ottobre tra Castro (Libre), Salvador Nasralla (Psh) e Doris Gutiérrez (Pinu), i due candidati alla vicepresidenza (in Honduras sono tre ndr) Natalie Roque e Lucky Medina hanno presentato la loro rinuncia e hanno ceduto la loro candidatura ai nuovi alleati.
Roque non ha comunque abbandonato il suo impegno militante per continuare a contribuire alla costruzione di una vittoria popolare che si è materializzata domenica.
Con lei abbiamo parlato della vittoria di Xiomara Castro, dell’importanza di continuare a difendere il voto e la volontà popolare espressa nell’urna, nonché delle sfide che attendono il futuro governo.