Perché parlare del carcere?

A cura di Massimo Congiu

Bisognerebbe parlare più spesso di carcere per sensibilizzare l’opinione pubblica e la politica rispetto a un tema che pone interrogativi sul progresso civile della nostra società. Questo vale per tutti i paesi, naturalmente. Nel nostro non mancano certo le esperienze positive legate soprattutto alla collaborazione fra istituzioni e volontariato, all’attività dei Garanti regionali e territoriali, ma le criticità sono tante, a partire dallo stato di sovraffollamento che caratterizza molti degli istituti di pena italiani. Ma il problema non è ovviamente solo questo; il pianeta carcere deve essere oggetto di una concezione diversa per un’inversione di tendenza che da “discarica sociale” lo faccia diventare veramente quel luogo di recupero e di rieducazione previsto dall’Articolo 27 della nostra Costituzione. Questo vale per l’intero sistema carcerario nazionale.

I quaderni di ricerca in Campania

Soffermiamoci su un caso specifico: quello rappresentato dalla Campania. Anche qui eccellenze e iniziative lodevoli convivono con situazioni molto critiche. Poggioreale è il carcere più affollato in Italia. Questa Regione, come un po’ tutte le altre, presenta una struttura carceraria caratterizzata dall’insufficienza del personale addetto rispetto alla popolazione detenuta. In Campania l’Ufficio del Garante Regionale delle persone private della libertà personale, ha in questi giorni pubblicato “Quaderni di ricerca” in collaborazione con l’Osservatorio regionale sulla detenzione, istituito presso l’Ufficio del Garante. Si tratta di un’opera contenente tematiche che hanno caratterizzato in modo particolare la vita detentiva del trimestre settembre-ottobre-novembre 2020. In linea di massima parliamo di argomenti che, a parte il Covid-19, sono a lungo di attualità. Consideriamo quelli sottolineati nella pubblicazione con tanto di dati menzionati dal Garante campano Samuele Ciambriello alla presentazione dei Quaderni.

I minori

Partiamo dal tema dei minori: in Campania, secondo il dossier, ci sono 5.000 minori a rischio che hanno un’età compresa fra 12 e 18 anni. Su di essi incombono rischi di devianza, abbandono, povertà. Sono 250 i minori inseriti in programmi educativi, 125 quelli destinati ad affidamento in comunità, 70 sono quelli accolti nei centri di accoglienza. I minori presi per la prima volta in carico dagli Uffici del Servizio Sociale sono 315, da considerare che tra Napoli e provincia c’è una popolazione minorile di 593.036 unità.

Carcere e affetti

Un altro argomento è quello delle limitate possibilità dei carcerati di coltivare i loro affetti. Questa possibilità è invece essenziale per sostenere i detenuti nel percorso di recupero. Rendono tutto più difficile, da questo punto di vista, le carenze di spazi adibiti a tale scopo o del loro uso, le insufficienze strutturali e tecnologiche, e questo vale per tutto il paese. Ciambriello evidenzia il fatto che in molti istituti di pena, anche della Campania, sono state create aree che consentono ai detenuti di incontrare mogli, figli e genitori, il problema è che le medesime vengono utilizzate solo qualche volta.

I suicidi e il ruolo del volontariato

C’è poi il problema dei suicidi in carcere. Nel 2020, in Campania, sono stati finora rilevati 9 suicidi rispetto ai 55 verificatisi a livello nazionale. Le statistiche dicono che, in media, ogni anno, avvengono in questa regione 150-170 tentativi di suicidio. Quest’anno circa 80 ristretti sono stati salvati in tempo da agenti della Polizia Penitenziaria (PP). Il triste fenomeno riguarda anche questi ultimi con motivazioni legate all’esasperazione dovuta a condizioni di lavoro e di pressione psicologica spesso insostenibili. Si tratta di un dato allarmante, nel complesso, tra l’altro i casi di suicidio tra i carcerati hanno riguardato soprattutto detenuti giovani con un fine pena breve. Questa casistica è legata spesso a situazioni depressive nelle quali i ristretti non riescono più a vedere vie d’uscita, possibilità di reinserimento. Ci vorrebbero più attività trattamentali, le medesime dovrebbero diventare sistematiche e coinvolgere un maggior numero di addetti. È qui che si inserisce il volontariato che fa molto, questo è vero, malgrado sia costretto a operare in condizioni difficili. Secondo diversi Garanti, però, dovrebbe diventare oggetto di un processo di professionalizzazione anche per sistematizzare, a tutti gli effetti, le attività rieducative.

Carcere e Covid-19

La diffusione del Covid-19 in carcere non ha fatto altro che sottolineare e magari esasperare problemi già esistenti. Oggi come oggi risultano nelle carceri campane 49 detenuti contagiati, circa 160 coloro i quali fanno invece parte del personale penitenziario e sociosanitario. Chiaramente il problema del sovraffollamento contribuisce a complicare le cose.

Carcere e diritto allo studio

Un tema non contenuto nei quaderni ma sicuramente degno di essere menzionato è quello del diritto allo studio in carcere. In Italia esso è garantito in 75 istituti di pena su 190. Secondo cifre aggiornate al 31 dicembre del 2019, 27 università si sono attivate in questo particolare ambito e offrono possibilità di studio a 841 detenuti, 476 dei quali presso i poli. L’università che conta il maggior numero di iscritti è Bologna con 74 studenti, dieci dei quali di sesso femminile; segue la Federico II di Napoli che poco più di due anni fa ha istituito, presso il Centro Penitenziario “Pasquale Mandato” del capoluogo partenopeo, un polo universitario regionale con risultati incoraggianti. Non risultano purtroppo iscritti in Molise, Puglia, Basilicata, Sicilia, Friuli-Venezia Giulia e Valle d’Aosta.

Quello allo studio è uno dei diritti da garantire negli istituti di pena e, come già precisato, il problema della detenzione deve essere al centro di una riflessione che porti a dei miglioramenti del sistema senza i quali non si può parlare di crescita civile.


Per approfondire

Legge regionale – Campania – 24/07/2006, n. 18
“Istituzione dell’ufficio del garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale ed osservatorio regionale sulla detenzione”

Il ruolo del garante

La figura del garante nazionale dei diritti delle persone private della libertà personale

I diritti globali della Società Associazione Informazione Onlus

Antigone, associazione “per i diritti e le garanzie nel sistema penale”

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